{"id":726,"date":"2015-05-03T16:53:50","date_gmt":"2015-05-03T16:53:50","guid":{"rendered":"http:\/\/fabriziodamico.it\/?p=726"},"modified":"2015-05-03T17:10:55","modified_gmt":"2015-05-03T17:10:55","slug":"la-rosa-di-fuoco-a-palazzo-dei-diamanti-di-ferrara","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/fabriziodamico.it\/?p=726","title":{"rendered":"la Repubblica. “La rosa di fuoco” a Palazzo dei Diamanti di Ferrara"},"content":{"rendered":"
Tra il 1888, anno in cui si tenne a Barcellona un\u2019Esposizione Universale venuta a coronare la prodigiosa crescita economica della citt\u00e0 nell\u2019epoca della rivoluzione industriale, e il 1909, quando in luglio il precipitare di ripetute turbolenze sociali portano a quella insurrezione popolare che sar\u00e0 ricordata come la \u201csettimana tragica\u201d, si tende la mostra che Maria Luisa Pacelli, direttrice delle Gallerie Civiche ferraresi, ha oggi organizzato a Palazzo dei Diamanti. La \u201cRosa di fuoco\u201d, s\u2019intitola la mostra: ripetendo le parole con cui fu battezzato il capoluogo della Catalogna di quegli anni, in cui il modernismo catalano, declinazione dell\u2019Art Nouveau, s\u2019affianc\u00f2 al nuovo benessere economico, ma anche agli esacerbati conflitti politici che resero Barcellona uno dei luoghi pi\u00f9 turbolenti e insieme pi\u00f9 vivaci della Spagna d\u2019allora.<\/p>\n
Tanto si legge oggi a Ferrara, di quel tempo e delle sue cento contraddizioni: l\u2019incontrarsi e il misterioso coabitare, ad esempio, del razionalismo che sottost\u00e0 alla riforma urbanistica di Ildefons Cerd\u00e0 e al suo piano di ampliamentodella citt\u00e0 \u2013 l\u2019eixample<\/em> (che aveva qualche punto in comune con la trasformazione dell\u2019urbanistica di Parigi operata negli stessi anni da Haussmann), con l\u2019iperbole architettonica, a mezzo fra sperimentalismo e sfrenato capriccio della fantasia, dispiegata lungo le ramblas<\/em> dalla fantasia di Dom\u00e8nech i Montaner e di Gaudi. O il coesistere d\u2019una diffusa e radicata esterofilia (che conduceva quasi fatalmente tutti gli artisti catalani a scegliere Parigi come faro del nuovo, e a trasferirvisi per un periodo almeno della propria vita), e d\u2019una ostinata fedelt\u00e0 alle proprie radici, fino a sfiorare il provincialismo. O la presa d\u2019atto, ma senza che essa comportasse un conseguente impegno politico, dell\u2019emarginazione e dalla sofferenza di gran parte della popolazione, ancora una volta esclusa dalle conquiste del nuovo corso economico.<\/p>\n Tutto ci\u00f2 \u00e8 ben rappresentato nella mostra (a cura di Tom\u00e0s e Boye Llorens; fino al 19 luglio) attraverso una ricca documentazione fotografica e di progetti architettonici, di disegni e acquarelli, di dipinti e sculture, tutti rigorosamente scelti nell\u2019ambito cronologico indagato. Picasso \u00e8 evidentemente la stella della mostra: e ai suoi anni giovanili, quand\u2019egli giunge a Barcellona da Malaga e da La Coru\u00f1a, \u00e8 dato largo spazio a Ferrara: se ne coglie il talento fuor di norma che sin dall\u2019inizio lo sostenne \u2013 giovane non ancora ventenne \u2013 gi\u00e0 nei numerosi pastelli esposti (ritratti, per lo pi\u00f9), e se ne segue l\u2019evolversi dello stile, attraverso quello che fu il suo \u2018periodo blu\u2019 \u2013 quando dagli amori per Toulouse Lautrec e per il post-impressionismo egli trascorre a pensieri vicini a Rodin e al simbolismo di Eug\u00e8ne Carri\u00e8re e Puvis de Chavannes \u2013 fino all\u2019opera perfetta di quel suo tempo aurorale, la grande incisione del Pasto frugale<\/em>, e ad un\u2019immagine fra le sue pi\u00f9 celebri come la Ragazza in camicia<\/em>, proveniente dalla Tate di Londra.<\/p>\n Siamo, con queste due opere di Picasso, al 1904: l\u2019anno in cui il pittore si distacca da Barcellona, trasferendosi definitivamente a Parigi. Nella citt\u00e0 catalana s\u2019era allora appena conclusa la breve ma intensa esistenza de Els Quatre Gats<\/em>, il caff\u00e8 \u2013 divenuto presto luogo espositivo, oltre che rivista d\u2019avanguardia \u2013 dove lo stesso Picasso aveva tenuto tra l\u2019altro la sua prima mostra personale. Sull\u2019esempio di analoghi locali parigini (lo Chat Noir<\/em> su tutti), Els Quatre Gats<\/em> s\u2019era fatto presto, dopo la fondazione nel 1897 ad opera fra gli altri dai pittori Ramon Casas e Santiago Rusi\u00f1ol, crogiolo del modernismo catalano. Proprio da una mostra tenuta da Casas e Rusi\u00f1ol, nel 1890, presso la prestigiosa galleria della Sala Par\u00e9s s\u2019usa datare l\u2019avvio del movimento in pittura; che sar\u00e0, per\u00f2, poi legato piuttosto ai Quatre Gats<\/em>. Nelle sue sale esposero, in particolare, oltre a Picasso, Isidre Nonell e Joaquim Mir: il primo, che ancor prima di Picasso mise in figura i poveri e i diseredati, con una crudezza che ne allontan\u00f2 i modi dal simbolismo imperante, \u00e8 certamente il pittore pi\u00f9 significativo fra i molti, meno noti interpreti del modernismo catalano. E proprio per l\u2019asprezza delle sue immagini, dopo esser stato definito il nuovo Goya, egli attir\u00f2 prontamente su di s\u00e9 gli strali di Eugeni d\u2019Ors, che gi\u00e0 cominciava il suo poco illuminato cammino critico tiranneggiato dall\u2019idea di un purismo classicheggiante.<\/p>\n Di Nonell, in mostra, sono esposti, oltre a pastelli giovanili, molti esempi della sua prima maniera matura, cruda e dolente, incentrata sulla figura delle Gitane<\/em>, isolate o in gruppo. Meno facile definire la pittura di Mir, che si specializz\u00f2 presto in dipinti di paesaggio, ove la figurazione quasi si scancella, come nascosta nelle esuberanti cascate di un colore acceso e variato: in dipinti, anch\u2019essi qui esposti con larghezza, che ancora per\u00f2 sembrano appartenere ai climi decorativi dell\u2019Art Nouveau, piuttosto che anticipatori di ipotesi astratte.<\/p>\n","protected":false},"excerpt":{"rendered":" Tra il 1888, anno in cui si tenne a Barcellona un\u2019Esposizione Universale venuta a coronare la prodigiosa crescita economica […]<\/p>\n","protected":false},"author":3,"featured_media":0,"comment_status":"closed","ping_status":"closed","sticky":false,"template":"","format":"standard","meta":{"footnotes":""},"categories":[7],"tags":[20],"class_list":["post-726","post","type-post","status-publish","format-standard","hentry","category-incorso","tag-maggio-2015"],"_links":{"self":[{"href":"https:\/\/fabriziodamico.it\/index.php?rest_route=\/wp\/v2\/posts\/726","targetHints":{"allow":["GET"]}}],"collection":[{"href":"https:\/\/fabriziodamico.it\/index.php?rest_route=\/wp\/v2\/posts"}],"about":[{"href":"https:\/\/fabriziodamico.it\/index.php?rest_route=\/wp\/v2\/types\/post"}],"author":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/fabriziodamico.it\/index.php?rest_route=\/wp\/v2\/users\/3"}],"replies":[{"embeddable":true,"href":"https:\/\/fabriziodamico.it\/index.php?rest_route=%2Fwp%2Fv2%2Fcomments&post=726"}],"version-history":[{"count":2,"href":"https:\/\/fabriziodamico.it\/index.php?rest_route=\/wp\/v2\/posts\/726\/revisions"}],"predecessor-version":[{"id":733,"href":"https:\/\/fabriziodamico.it\/index.php?rest_route=\/wp\/v2\/posts\/726\/revisions\/733"}],"wp:attachment":[{"href":"https:\/\/fabriziodamico.it\/index.php?rest_route=%2Fwp%2Fv2%2Fmedia&parent=726"}],"wp:term":[{"taxonomy":"category","embeddable":true,"href":"https:\/\/fabriziodamico.it\/index.php?rest_route=%2Fwp%2Fv2%2Fcategories&post=726"},{"taxonomy":"post_tag","embeddable":true,"href":"https:\/\/fabriziodamico.it\/index.php?rest_route=%2Fwp%2Fv2%2Ftags&post=726"}],"curies":[{"name":"wp","href":"https:\/\/api.w.org\/{rel}","templated":true}]}}